sabato 5 giugno 2010


Ci sono delle dame. C'è un cavaliere. Il tutto montato in un documentario sicuramente irrispettoso. E' un film che però non si può vedere, che nessuno si sente di distribuire. Una storia italiana che si chiama “Le dame e il cavaliere”, documentario realizzato dalla casa di produzione ‘Telemaco’, e che nel Belpaese vedranno in pochi, in qualche cineteca, perché nessuno vuole distribuirlo. Franco Fracassi, regista del film, alza il sipario su una doppia realtà: da una parte quella descritta nel film, dove il sesso e il potere si mescolano per portare avanti gli interessi del premier, dall’altra quella della libertà di informazione, in un paese in cui le verità scomode sono cancellate. Bello o brutto che sia, giusto o sbagliato, irriverente o ipocrita, in Italia non lo si può giudicare. Semplicemente perché non lo si può vedere.



Intervista di Francesca Gnetti a Franco Fracassi



Quali problemi avete incontrato nella distribuzione del film?

Abbiamo pensato che la distribuzione più naturale fosse attraverso i giornali che fanno dell’antiberlusconismo una bandiera, in modo da avere una grande diffusione e aprire gli occhi al maggior numero di persone possibile. Ma tutti i giornali a cui ci siamo rivolti ci hanno sbattuto la porta in faccia. Con qualcuno siamo arrivati quasi alla firma del contratto, altri ci hanno fermato prima, ma nessuno per motivi commerciali o perché non gli è piaciuto il film. Hanno avuto tutti paura, a causa del clima che si è creato nel paese.

Cosa vi hanno detto?

Che è troppo rischioso, che non sono in grado di finanziare le cause e di pagare gli avvocati in caso di querele. Noi abbiamo consultato diversi studi legali e tutti ci hanno detto che il film è inattaccabile dal punto di vista giuridico. Il sospetto è che ci sia stato un pesante intervento politico. Nella maggior parte dei casi è intervenuta la proprietà dei giornali e il progetto è andato all’aria. Allora abbiamo pensato di distribuirlo da noi in edicola, ma perfino in questo caso i distributori non hanno accettato perché era troppo rischioso.

Cosa c’è in questo documentario che fa così tanta paura? Non si tratta di argomenti conosciuti e già pubblicati in diverse occasioni?

Le singole informazioni sono più o meno tutte note, ma sui media sono state presentate in maniera frammentata, nessuno le ha mai messe tutte insieme. Vedere e ascoltare tutto il materiale fa una grande impressione. Inoltre noi diamo una lettura politica del rapporto tra il premier Berlusconi e le donne. Abbiamo intervistato due ex esponenti di Forza Italia – Marcello Vernola, ex eurodeputato che ora sta alla provincia di Bari, e Paolo Guzzanti, ex deputato di Forza Italia e presidente della commissione Mitrokhin – e entrambi ci hanno raccontato quello che Berlusconi pensa del Parlamento e della Costituzione italiana e hanno spiegato come Berlusconi vorrebbe cambiare le nostre istituzioni attraverso le donne.

Ci si aspetterebbe che l’opposizione avesse interesse a rendere pubblico un documentario del genere...

A me risulta che è passato un anno e Patrizia D’Addario non è mai stata intervistata veramente da nessuna trasmissione televisiva. È stata presente ad Annozero per cinque minuti e nella trasmissione di Gad Lerner per altri cinque minuti. Ma nessuno le ha mai chiesto due cose sostanziali: perché ha registrato le conversazioni con il presidente del Consiglio e perché ha deciso di denunciare tutto alla magistratura. Solo rispondendo a queste domande si capisce veramente la vicenda e il motivo per cui Berlusconi ha messo in moto il ministero dell’Interno per bloccare questa donna. Lei è arrivata a denunciare la cosa alla magistratura perché era in pericolo di vita. Se non si capiscono queste cose, nell’opinione pubblica resta l’idea che la D’Addario sia stata lo strumento di un complotto e che abbia voluto ricattare Berlusconi. Nessuno dei nostri media ha cercato di capire veramente cosa è successo né ha sostenuto le persone che sono state stritolate dalla vicenda. Come per esempio il fotografo Antonello Zappaddu, che ha pubblicato le foto delle feste a Villa Certosa e che ora è scappato in Colombia. Il giornale per cui lavorava lo ha licenziato in tronco e né l’ordine dei giornalisti né i singoli colleghi si sono mobilitati in sua difesa.

Che materiali avete usato per il film?

Abbiamo intervistato quante più persone possibile, anche se molte si sono rifiutate. Alla fine del film, per onestà di informazione, abbiamo inserito la lista con i nomi delle persone che non si sono fatte intervistare, tra cui il ministro Mara Carfagna, Noemi Letizia, la minorenne che frequentava il presidente del Consiglio, e i suoi genitori. Per colmare il vuoto ci siamo rivolti alla cerchia di persone che hanno avuto a che fare con i diretti protagonisti, in modo da ricostruire le storie. Poi abbiamo parlato con diversi giornalisti che si sono occupati di queste vicende e abbiamo usato i documenti delle intercettazioni telefoniche, le registrazioni della D’Addario, i documenti filmati, insomma tutto quello che siamo riusciti a rimediare.

Qual è l’idea che ne emerge?

C’è un mondo fatto di ragazze, imprenditori dello spettacolo, esponenti del mondo degli affari, che ruota intorno al sesso ed è legato al premier. Berlusconi sistema le sue ragazze in due modi: nel mondo dello spettacolo, per fare favori a politici che gli servono all’interno del parlamento; oppure nel mondo della politica. Non si tratta di un premio, ma di una strategia: Berlusconi ha bisogno di riempire i vari parlamenti – regionali, nazionale ed europeo – di persone devote a lui e ignoranti, quindi totalmente controllabili. Queste persone non parlano, non fanno interventi e agiscono in base a messaggi che gli indicano come votare. Il premier sta cercando di ottenere un parlamento formato da automi nelle sue mani, dove il diritto di parola e di voto siano appannaggio di capigruppo che facciano passare le leggi decise dal governo. Chi cerca di mettergli i bastoni tra le ruote, i media o singoli testimoni, è distrutto da veri e propri killer mediatici. Si tratta di un apparato di disinformazione degno del Kgb dell’Unione Sovietica, gestito dal direttore di ‘Chi’ e di ‘Tv sorrisi & canzoni’, Alfonso Signorini.

In seguito a questa esperienza che idea vi siete fatti del mondo dell’informazione in Italia?

Dal punto di vista mediatico l’Italia è vicina a una sorta di dittatura moderna. Non è tanto Berlusconi che ordina le cose, sono i giornalisti che si autocensurano, censurano gli altri e fanno quadrato intorno a lui. Perfino quelli che lo combattono ne hanno paura e il loro modo di agire rende inoffensivo il loro lavoro. Non si fanno più domande che mettono in difficoltà, non ci sono più inchieste, tranne in rarissime trasmissioni televisive e in qualche giornale. Diversamente da altri paesi, in Italia il ruolo di controllo della stampa verso la politica non esiste e se esiste si fa in maniera strumentale, ragionando in termini di destra e sinistra.

Che riscontro potrebbe avere questo film sull’opinione pubblica, anche tra coloro che appoggiano Berlusconi?

A me piacerebbe proiettare il film in un circolo del Pdl, vorrei interagire con gli elettori di Berlusconi, vorrei che si rendessero conto delle cose. Credo che alcune persone messe di fronte alla realtà potrebbero cambiare idea. Il problema è che, essendoci stata negata la distribuzione, ci è impossibile raggiungerle.

Come vi state muovendo ora?

Stiamo agendo da soli, attraverso una pagina Facebook, un blog e i tanti contatti che siamo riusciti a creare. Lo vendiamo via internet e organizziamo serate in giro per l’Italia, con proiezioni e dibattiti.

L’esperienza di questo film dimostra anche che in Italia le piccole produzioni fanno fatica a emergere?

Le piccole produzione sono schiacciate perché non ci sono spazi televisivi. Mediaset non trasmette documentari, La7 non paga, e la Rai li riserva a un giro ristretto di persone. Un piccolo documentarista italiano ha come sbocco il cinema, ma anche lì non è semplice arrivare a un distributore, la distribuzione in dvd, oppure l’estero, dove le logiche sono diverse. Stiamo già trattando con una distribuzione internazionale, in Spagna, Francia e Inghilterra si sono mostrati interessati.

martedì 1 giugno 2010

Anteprima assoluta del film inchiesta "Le dame e il Cavaliere"

martedì 8 giugno 2010
18.30 - 22.30
Beba do Samba
via de' Messapi, 8
Rome, Italy

Appello per “Le dame e il Cavaliere”, tutto quello che vorrebbero farci dimenticare
Un gruppo di cineasti indipendenti e giornalisti ha realizzato – nel quadro di una serie di film-inchiesta - “Le dame e il Cavaliere”. Il film-documentario racconta e indaga l’intreccio di vicende private e politiche del presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, a partire dalla famosa festa di Casoria. Il film è il risultato del lavoro di quasi un anno di raccolta di notizie, di retroscena e di immagini, di interviste esclusive in tutta Italia con i protagonisti, le protagoniste, i testimoni di una storia di cui l’intero mondo ha parlato. Nel girare molte decine di ore di riprese (infine ridotte, dopo il montaggio, a cento minuti) è emerso anche il ruolo di alcuni personaggi (nel mondo dell’informazione) che hanno il compito di preparare vere e proprie trappole nei confronti dei reporter che osano indagare troppo o di chi sa e decide di parlare.
Il film si è avvalso anche delle intercettazioni telefoniche desecretate da alcune procure e, naturalmente, delle registrazioni fatte da Patrizia D’Addario a Palazzo Grazioli e di altri dialoghi telefonici finora non resi noti dal circuito informativo.
“Le dame e il Cavaliere” – ovviamente - non è un film di gossip, ma un documentario-inchiesta cui si assiste con emozione. Guardandolo si capiscono meglio – come nel bellissimo e inimitabile “Draquila” di Sabina Guzzanti - alcuni dei meccanismi nascosti che muovono il potere in questo Paese.
Il grande lavoro svolto per questo ed altri film rischia di divenire vano. Nonostante lo scrupolo degli autori e il parere di un team di avvocati, che hanno giudicato il film del tutto corretto, privo di qualsiasi intento o racconto diffamatorio, c’è il pericolo che questo film non venga diffuso. Cercando di distribuire nei grandi circuiti editoriali e cinematografici “Le dame e il Cavaliere”, si è toccato con mano il grado di libertà in cui versa l’informazione in questo Paese. A quanto pare, hanno tutti paura, chi per motivi politici, chi economici e chi di dipendenza lavorativa. Il gruppo di lavoro che ha realizzato il documentario è rimasto solo. Eppure ha deciso di andare avanti, di distribuire il film con le proprie forze, e con quelle di tutte le donne e gli uomini che hanno a cuore la libertà, la democrazia e l’indipendenza dell’informazione in questo Paese.
Si tratta di un’impresa improba, anche a causa della legge sulle intercettazioni che sta per essere varata dal parlamento. Tra un mese non si potranno più rendere pubbliche le intercettazioni, pena una sanzione pecuniaria stratosferica (e con la minaccia del carcere). In altre parole, tra circa un mese il contenuto di “Le dame e il Cavaliere” sarà illegale, il film sarà illegale e coloro che l’hanno realizzato dei fuorilegge.
Proprio per questo ci appelliamo a tutti gli uomini e le donne che rappresentano la parte sana di questo Paese perché, da subito (e quindi in modo del tutto conforme alle leggi in vigore), acquistino personalmente e contribuiscano a diffondere il film. In alcune delle grandi città sarà una rete che fa capo agli autori a consegnare casa per casa il dvd.
Invitiamo anche singoli cittadini e associazioni ad organizzare serate con proiezione e dibattito. Gli autori e i protagonisti del film cercheranno di essere presenti.
Parlatene ai vostri amici e ai vostri parenti. Spargete la voce. E finanziate con gli acquisti, prima che scattino le leggi-bavaglio, questa impresa politico-culturale, divenuta ormai una battaglia di libertà.
Giornalisti d’inchiesta
Franco Fracassi
Andrea Annessi Mecci
Stefania Creatura
Andrea Petrosino
Luisa Sgarra

Dalla scorta alle escort: l’harem del presidente

Ma davvero Silvio Berlusconi non sapeva che Patrizia D'Addario fosse una prostituta di alta classe? La risposta a questa e altre domande nel docufilm 'Le dame e il Cavaliere – Sesso e Potere, una storia italiana'.
Una escort di Bari a palazzo Grazioli a disposizione dell'utilizzatore finale. Una delle tante donne di compagnia che allietavano le serate e le notti del presidente del Consiglio. Sesso e politica, favori sessuali in cambio di candidature e lavori istituzionali. Un 'ciarpame senza pudore' che sarà messo a tacere dalla imminente legge sulle intercettazioni telefoniche.
Come faccio per avere “Le dame e il Cavaliere”?
Il film sarà illegale entro fine giugno 2010 per la legge bavaglio

Blog: http://ledameeilcavaliere.blogspot.com/

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Cavaliere/118984254798914

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A partire dal 7 giugno 2010 il DVD è disponibile presso gli eventi in corso di organizzazione a: Milano, Bologna, Firenze, Roma, Napoli e Bari che troverai pubblicizzati sulla pagina Facebook e il Blog

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In questa fase di prevendita consigliamo ordini di 5/10/20/50/100 DVD che
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• € 1.380,00 (inclusa spedizione Italia) offerta 200 DVD con la
partecipazione degli autori o di alcuni degli intervistati all'evento organizzato. Direttamente al tuo domicilio a partire dal 7 giugno 2010 inoltrando la tua anagrafica e la ricevuta di bonifico alla Email: damecavaliere@gmail.com

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ENTRO LA FINE DEL MESE SARA' ILLEGALE

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ballaro' telefonata monologo di berlusconi

giovedì 27 maggio 2010

Il nostro Andrea Petrosino al teatro dell'Angelo [foto di Rino Bianchi]


Teatro dell'Angelo di Roma, Andrea Petrosino, giornalista aiutoregista di Le dame e il cavaliere , protesta contro il DDL del Ministro Della Giustizia Italiana Alfano, detto "legge bavaglio" che sta per passare al Senato : )

lunedì 24 maggio 2010

le dame e il cavaliere




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Parlatene ai vostri amici e ai vostri parenti. Spargete la voce. E finanziate con gli acquisti, prima che scattino le leggi-bavaglio, questa impresa politico-culturale, divenuta ormai una battaglia di libertà.span style="font-style:italic;">IL CAST DI LE DAME E IL CAVALIERE

PATRIZIA D’ADDARIO

BARBARA MONTEREALE

CLAUDIO PAPPAIANNI
“L’Espresso”

MIGUEL MORA
“El Paìs"

MARCELLO VERNOLA
ex eurodeputato PdL

ANTONELLO ZAPPADU
fotoreporter

FABRIZIO CORONA
agente fotografico

PAOLO GUZZANTI
ex senatore PdL

PINO BELLERI
ex direttore “Oggi”

MARCO LILLO
“Il Fatto Quotidiano”

ANGELO AGRIPPA
“Corriere del Mezzogiorno”

MADDALENA TULANTI
vicedirettore “Corriere del Mezzogiorno”

MARIAGIOVANNA CAPONE
“Oggi”

GAETANO LIVIGNI
fotografo

GIOVANNI RIVELLI
“la Gazzetta del Mezzogiorno”

CANDIDA MORVILLO
direttore “Novella 2000”

MARIO GUARINO
giornalista e scrittore

GINO FLAMINIO
ex fidanzato di Noemi Letizia

PASQUALE CERULLO
fotografo

DOMENICO COZZOLINO
ex fidanzato di Noemi Letizia

CONCHITA SANNINO
“la Repubblica”

PAOLO ALTAMURA
fotoreporter “Oggi”

ANTONELLO NORSCIA
“la Gazzetta del Mezzogiorno”

MINO BARBARESE
attore, sceneggiatore e regista

SABINO BARTOLI
attore

UMBERTO PUTORTI’
attore

RICCARDO RUSSO
ex calciatore

ROBERTA PORCU
modella


chi è Franco Fracassi

“Se col mio lavoro faccio arrabbiare qualcuno che conta allora vuol dire che ho fatto la cosa giusta”




Franco Fracassi è un giornalista d’inchiesta che da qualche anno ha scelto la strada del cinema per rendere più efficace il suo lavoro.

Fracassi ha cominciato la professione di reporter 22 anni fa. Allora lavorava per un settimanale che ha fatto epoca, un giornale realmente combattivo e indipendente da tutto il potere: “Avvenimenti”. Il suo primo reportage da inviato è stato il racconto della caduta del Muro di Berlino. Poi tanti altri racconti, sempre in giro per il mondo, dalla Russia al Sudafrica, dall’Estremo Oriente all’estremo nord.

Racconti di guerra dalla Bosnia, dal Kosovo, dall’Iraq, dall’Angola. Racconti di scandali politici e finanziari, racconti di eventi storici, come il G8 di Genova del 2001 o il processo all’ex presidente jugoslavo Slobodan Milosevic, racconti di luoghi sperduti, come l’Uiguristan o le miniere di diamanti al confine con il Congo.

Negli stessi anni ha scritto libri d’inchiesta sull’internazionale nera (“Quarto Reich”), sull’assassinio in Somalia dei giornalisti Rai Ilaria Alpi e Miran Hrovatin (“Ilaria Alpi”), sul saccheggio della Russia da parte del potere del presidente Boris Eltsin e della mafia (“Russiagate”) e sulla bomba nucleare iraniana (“La bomba di Allah”).

Sei anni fa Fracassi ha deciso di mollare il giornalismo scritto e di dedicarsi alla realizzazione e alla produzione di documentari d’inchiesta, fondando la società di produzione Telemaco. “Se in questo Paese si vuole fare giornalismo serio e non supino bisogna essere indipendenti. Solo così si può indagare su chiunque o su qualunque cosa liberamente”.

La nuova avventura ha portato Fracassi a cimentarsi su inchieste nazionali e internazionali. Due su tutte. “Zero – inchiesta sull’11 settembre”, il documentario italiano più visto nel mondo, con oltre 55 milioni di spettatori, e “Sangue e cemento”, l’inchiesta che ha cercato di svelare le ragioni del crollo degli edifici all’Aquila durante il terremoto, film candidato ai nastri d’argento come miglior documentario italiano.

Adesso è la volta di “Le dame e il Cavaliere”. Ma presto arriveranno nuove inchieste, sull’Afghanistan, sul caso Moro, su Al Qaeda.

domenica 23 maggio 2010


Lettera di Franco Fracassi, autore e regista del film 'Le dame e il Cavaliere'




Un gruppo di giornalisti ha realizzato una serie di film-inchiesta. Il primo di questi si intitola “Le dame e il Cavaliere”. Il documentario narra le vicende amoroso-sessuali del presidente del Consiglio Silvio Berlusconi. Ma nel film c’è di più, si parla anche di come il nostro premier utilizzi il sesso a fini politici (come ad esempio modificare nella sostanza la Costituzione senza dover cambiare nella forma alcun articolo) e di come alcuni giornalisti al suo soldo preparino delle vere e proprie trappole ricattatorie nei confronti dei reporter che osano indagare troppo o di chi sa e decide di parlare.
Il film è ricco di intercettazioni telefoniche dove si ascolta Berlusconi intento a occuparsi delle sue dame. La pellicola è anche arricchita dalle registrazioni fatte da Patrizia D’Addario a Palazzo Grazioli e da alcune registrazioni telefoniche che mostrano senza ombra di dubbio il ruolo di depistatori tenuto dai reporter al servizio del premier.

“Le dame e il Cavaliere” non è un film di gossip, ma un documentario-inchiesta politico. Guardandolo si capiscono alcuni dei meccanismi che muovono il potere in questo Paese.
Il grande lavoro svolto per questo ed altri film rischia di divenire vano. C’è il pericolo che questo film non venga diffuso, causa una serie di intimidazioni ad editori e distributori. Cercando di distribuire “Le dame e il Cavaliere” si è toccato con mano il grado di libertà in cui versa l’informazione in questo Paese. A quanto pare, hanno tutti paura, chi per motivi politici, chi economici e chi lavorativi. Il gruppo di lavoro che ha realizzato il documentario è rimasto solo. Eppure ha deciso di andare avanti, di distribuire il film con le proprie forze, e con quelle di tutte le donne e gli uomini che hanno a cuore la libertà, la democrazia e l’indipendenza dell’informazione in questo Paese.

Si tratta di un’impresa improba, anche a causa della legge sulle intercettazioni che sta per essere varata dal parlamento. Tra un mese non si potranno più pubblicare le intercettazioni (nemmeno dei riassunti di esse), pena una multa di decine di migliaia di euro e sei anni di carcere. In altre parole, tra circa un mese il contenuto di “Le dame e il Cavaliere” sarà illegale, il film sarà illegale e coloro che l’hanno realizzato dei fuorilegge.

Dal min 16 intervento di Andrea Petrosino , aiutoregia e giornalista, in diretta dal Teatro dell'Angelo di Roma durante il dibattito sulla libertà di informazione e sui diritti costituzionali.


ISTRUZIONI PER L'ACQUISTO


Proprio per tutti questi motivi ci appelliamo a tutti gli uomini e le donne che rappresentano la parte sana di questo Paese per acquistare e diffondere il documentario. Saremo noi a consegnarlo a chi l’ha comprato.
Il meccanismo è il seguente. Chiunque lo vorrà acquistare in prevendita, dovrà fare un bonifico al conto della società di produzione del film T.P.F. Telemaco srl, codice IBAN IT69M030020529200001099. Il bonifico dovrà essere di €6,90 per chi abita a Milano, Bologna, Firenze, Roma, Napoli e Bari. Chi abita altrove spenderà €6,90 più spese postali, ovvero €8,30, a meno che non ordinerà almeno 200 copie tutte insieme. In tal caso, le copie gli verranno consegnate personalmente. Per chi vorrà acquistarlo dall’estero il prezzo sarà di €6,90 più spese postali, ovvero €8,35.
Tutte queste operazioni potranno essere fatte attraverso la pagina di “Le dame e il Cavaliere” su Facebook e attraverso il blog del film, il cui indirizzo è: www.ledameeilcavaliere.blogspot.com. Chi vorrà prenotare il film dovrà inviare un’email all’indirizzo damecavaliere@gmail.com.
Invitiamo anche singoli cittadini e associazioni ad organizzare serate con proiezione e dibattito. Gli autori e i protagonisti del film cercheranno di essere presenti.

Insomma, si tratta di cifre modeste, soprattutto se comparate alla grande battaglia di civiltà, libertà e democrazia che vi chiediamo di fare. Parlatene ai vostri amici e ai vostri parenti. Spargete la voce. E finanziate questa battaglia, questa impresa. Finanziate il film che spaventa più di ogni altro il potere in Italia, finanziate il film che sarà presto fuorilegge.

giovedì 13 maggio 2010

Le Dame e il cavaliere - Un' inchiesta scandalo su Berlusconi e la Mignottocrazia


E' POSSIBILE PRENOTARE IL FILM CON PREVENDITA A EURO 6,90 ATTRAVERSO BONIFICO. IL DVD SARA' CONSEGNATO A PARTIRE DAL 7 GIUGNO.
IBAN: IT69M0300205292000010997339 INTESTATO A TPF
TELEMACO.TELEFONARE AL 3289095639 o 066873212
Ogni sera lo stesso rituale che il padrone di casa impone a se stesso e a quaranta ospiti, tutte ragazze speranzose di avere un ruolo nella prossima fiction tv o un posto in parlamento. Per le più fortunate la possibilità di andare a letto con Silvio Berlusconi.
E così, sera dopo sera, il presidente del consiglio sta trasformando questo Paese e le sue istituzioni.
Dietro, un preciso progetto politico: rendere innocuo il parlamento e piegare la democrazia alla volontà del capo.
Questa inchiesta esclusiva si addentra nei segreti del sistema, e racconta di come l'Italia stia diventando una mignottocrazia.


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